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Un sentimento che non muore, Gianni De Feo (in)canta ancora – La Nouvelle Vague Magazine

L’Off Off Theatre di Via Giulia ospita la prima romana di “Bambola, La strada di Nicola” di Paolo Vanacore diretto e interpretato da Gianni De Feo, uno spettacolo dedicato a Patty Pravo che resta in scena fino al 6 marzo.
Forse le canzoni hanno influenzato la storia drammatizzata di Nicola/Bambola o forse questa nasce fondendosi con naturalezza alle melodie e ai testi di brani indimenticabili. Poco importa, la carrellata di immagini e sensanzioni che vengono evocate riallacciano il sottile filo di una memoria spezzata, un po’ per colpa del Covid, un po’ dalla superficiale corsa del presente, un po’ dalla storia di una Comunità che tende a dimenticare parti di sé, quasi a demonizzarle. Queste suggestioni accompagnano il pubblico in un viaggio indietro nel tempo: dalle rivendicazioni femministe di una madre complessa, ai marciapiedi di una Roma pittoresca, quasi felliniana, e illuminata da una luna di carta, dalle rimembranze degli sguardi paterni fino alle rivelazioni brutali di una realtà fittizia e, forse, impossibile. Una storia densa e, a tratti, incoerente, che è resa straniante e poetica grazie alla figura plastica e mutevole dell’interprete e regista. Il finale spiazza, ma anche raddrizza il tiro di una drammaturgia apparentemente sbilenca e sembra tirare in ballo Almodóvar e la sua torera Lydia González.
Gianni De Feo è il deus ex machina di questo racconto. Deus perché trasforma il materiale umano che l’autore gli affida in qualcosa di altro, di lontano dal quotidiano, divino appunto. Ex machina perché compie il miracolo della catarsi attraverso l’utilizzo di mezzi tecnici, per certi versi esterni a sé, che però scavano a rivelare le profondità del suo approccio attoriale, artifex sì, ma anche anima. Il trucco, gli abiti e le movenze fanno di lui una figura estranea al tempo, sospesa anch’essa come la luna e, quasi, eterna. I personaggi sembrano passare attorno a lui, soffermarsi, distrattamente, poi fluire altrove lasciando l’impressione di un universo pieno di facce, mani, corpi, tutti concentrati in una sola entità: la sua. Non scompone il suo timbro virile neppure quando veste i panni di Bambola, ma adatta la parola, la pausa, la melodia a sé, per restare padrone della situazione, per raccontare gli eventi senza perdersi nel flusso emotivo. A volte sembra una Laura Betti scomposta e volgare, altre un risentito Vinicio Diamanti, oppure un irriverente Paolo Poli, pungente e amaro: attraversa anch’essi, miti indimenticabili di storie dimenticate, così come fa con la tradizione del teatro-canzone che, a volte, è stata ingiustamente sottovalutata, come fosse un genere minore. Ma Gianni De Feo ci dimostra il contrario.
Lo spazio in cui si svolge l’azione è un non-luogo delicato e sognante, pieno di scatole-contenitori decorate che fanno il paio con i fantasiosi abiti di Roberto Rinaldi con cui Gianni De Feo dà i contorni alle sue creature. Uno spazio scenico e plastico che accompagna lo spettatore verso il fondo su cui troneggia un albero stilizzato e luminoso, simbolo della vita e delle sue scelte, a volte mancate come i rami tronchi, a volte fiorite e felici. Ma in fondo la felicità si nasconde anche nell’invenzione più consolante, la stessa che Nicola/Bambola ci svela alla fine e che vola via “con il tempo”.
Infine, non può mancare una nota di entusiasmo per le musiche e gli arrangiamenti di Alessandro Panatteri che hanno dato agli interventi musicali la giusta profondità, sottolineando con semplicità ed efficacia i testi e restituendo la bellezza delle melodie di canzoni immortali.
Off Off Theatre
1-6 marzo 2022
Bambola
La strada di Nicola
Uno spettacolo musicale
diretto e interpretato da Gianni De Feo
di Paolo Vanacore
musiche originali e arrangiamenti
Alessandro Panatteri
scene e costumi Roberto Rinaldi
foto e grafica Manuela Giusto




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Molto orgoglio e nessun pregiudizio. L'opera di Arturo Cirillo incanta l'Ambra Jovinelli – La Nouvelle Vague Magazine

Franca Angelini, durante le sue lezioni universitarie, sosteneva che il vero spirito del teatro poteva ritrovarsi nello spazio eletto della “compagnia”. Aveva ragione. Un luogo scenico ed emotivo in cui, almeno dall’Illuminismo ad oggi, la drammaturgia ha saputo rinnovarsi, rigenerarsi e rielaborare i grandi temi universali. Però, si sa, che anche il teatro deve sottostare alle “leggi di mercato”, così proprio oggi trovare sulle scene un “sistema-compagnia” è più che mai difficile.
Quando, al posto di un one-man-show, capita una “compagnia”, non sempre la scrittura o i temi dello spettacolo riescono a sposarne le abilità di ogni sua parte: queste incognite lasciano lo spettatore medio genericamente turbato, certamente incapace di giudicare, più spesso gli tolgono la fantasia di tornare a teatro. Competere con l’hometainment non è uno scherzo! Ci vuole bravura, capacità, senso del teatro, competenza, sagacia, tempismo. In due parole: Orgoglio e pregiudizio. Quello prodotto da Marche Teatro e Teatro di Napoli-Teatro Nazionale che da qualche tempo gira per l’Italia incantando le platee e che, per nostra fortuna, è approdato anche al Teatro Ambra Jovinelli di Roma.
L’adattamento che Antonio Piccolo ha distillato da “Orgoglio e pregiudizio” seleziona fatti e personaggi, ma non tralascia di riproporre lo stile della Austen. Nulla sfugge, infatti, dei sottili equilibri sociali, reale perno del romanzo, né dei dialoghi fulminei o delle dinamiche familiari e affettive. La regia di Arturo Cirillo amplifica questa costruzione tramite un’inventiva mai scontata, ma comica e sincera dove occorre. Il suo senso della scena, l’equilibrio fra le parti e la misura lo rendono più che ammirevole da sempre. Lo spazio è percorso e moltiplicato dagli specchi che lo delimitano, così come il tempo è rallentato o affrettato, a seconda delle necessità, senza perdere un solo istante di coerenza.
Le citazioni testuali e iconografiche si intrecciano ai caratteri dei personaggi senza forzature, con una naturalezza che potrebbe apparire semplice, ma è invece frutto di studio, dedizione, passione e talento. La chiave di volta è proprio il talento. Saper scegliere cosa dire, come dirlo e, soprattutto, con chi. Arturo Cirillo, infatti, che interpreta anche due spassosissimi caratteri in scena, potrebbe, da solo, riempire tutto lo spazio del palco. Spazio fisico ed emotivo. E in effetti, quando è il suo “turno” lo fa al meglio, come sempre. Ma gli altri non sono meri comprimari.
La squadra di questo spettacolo è composta di pezzi unici, ognuno nel suo genere. Tutti vantano premi, esperienza e una formazione completa. Valentina Picello tratteggia una Elizabeth contrastata e assolutamente straordinaria, complessa e contradditoria, verosimile alter ego della Austen. Ha talento, ma non lo ostenta. Se ne serve per catturare il personaggio, non semplicemente il pubblico e passa, senza soluzione di continuità, attraverso gli stati d’animo della giovane come un uragano in primavera. Francesco Petruzzelli la contrappunta con un Darcy più capricciosetto che orgoglioso, ma compostamente ideato. Si tratta di un giovane brillante che promette il meglio.
Talentuosissima Sabrina Scuccimarra che regala una madre spassosa, ironica e mai sopra le righe (difficile mantenere il controllo di un personaggio simile!), che non teme neppure il confronto con il partner Cirillo-padre né Cirillo-zia. Probabilmente perché i due attori vanno in direzioni troppo differenti per ipotizzare un paragone. Lei caratterista brillante e fantasiosa, lui un composto concentrato di istrionismo e storia del teatro en travesti. A completare il quadro: Rosario Giglio che spicca per timbro vocale e attitudine scenica perfettamente in stile con il suo canonico; Eleonora Pace che tratteggia una deliziosa Jane, anche lei mai oltre i limiti del suo personaggio che, seppure meno sfaccettato rispetto alla sorella, sa regalare momenti di intensità; Giacomo Vigentini che si dimostra ottimo attor giovane, senza sbavature; e infine Giulia Trippetta che riesce a costruire credibilmente due personaggi rischiosamente simili eppure indipendenti, senza mai tradirsi né nel gesto né nella parola.
Le scene di Dario Gessati sono in linea con la regia: dinamiche e allusive come meglio non si potrebbe, eppure essenziali. Lasciano agli attori il giusto spazio per esprimersi, ma all’occorrenza offrono loro tutte le potenzialità drammatiche: oggetti di scena e non semplice cornice. Deliziosi i costumi d’epoca di Gianluca Falaschi, seppur con qualche tocco di modernità, eco di alcune idee registiche dinamiche e dei rapporti fra i personaggi, tutt’altro che ottocenteschi.
Ottime le luci di Camilla Piccioni che accarezzano corpi e volti rendendo la perfetta atmosfera di un suggestivo scorcio pittorico. Lo stesso valga per le musiche di Francesco De Melis che, giocando con melodie e modulazioni, avvicinano l’antico al moderno, affascinando il pubblico e trascinandolo nel gioco del palco. Talento da vendere? No, da ammirare!




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Torna La Divina Commedia opera musical. Al Teatro Brancaccio dal 19 al 24 gennaio – leggo.it

Debutta il 19 gennaio 2018, e rimarrà fino al 24 gennaio, al Teatro Brancaccio di Roma La Divina Commedia Opera Musical, una nuova imperdibile produzione tratta dalla più grande opera italiana e firmata dalle musiche del noto compositore Marco Frisina, con la regia di Andrea Ortis, i testi di Ortis e Pagano e l’inconfondibile voce narrante di Giancarlo Giannini.

La Divina Commedia opera Musical, dopo il debutto del 2007 con oltre 450000 spettatori ritorna in scena con un restyling profondo e coinvolgente, nel quale un team creativo innovativo e un cast artistico di assoluto valore renderanno allo spettatore un Dante diverso, mai così raccontato.

Nel cast, Antonello Angiolillo nei panni di Dante; Myriam Somma e Noemi Bordi sono Beatrice; Andrea Ortis è Virgilio; Francesco Iaia nel doppio ruolo di Caronte e il conte Ugolino; Federica Basile e Mariacarmen Iafigliola in Pia dè Tolomei; Angelo Minoli in Ulisse e Catone e, infine, Manuela Zanier e Rosy Bonfiglio in Francesca da Rimini e Matelda. Le scene sono di Lara Carissimi, coreografie di Massimiliano Volpini, costumi di Lorena Di Pasquo, Disegno Luci di Valerio Tiberi, proiezioni di Roberto Fazio.

Una ricerca meticolosa di elementi di innovazione, in due ore e mezza di spettacolo, scenografie che prendono vita cambiando in pochi attimi e trascinando lo spettatore negli inferi disperati in un momento e nell’atmosfera aurea del Paradiso nell’attimo dopo; e in mezzo a questi, il viaggio di Dante, dove nulla cambia in un messaggio che ancora oggi, come nel 1300, parla allo stesso uomo divorato da vizi e passioni, ma sempre alla ricerca di quel senso della vita che Dante indica nell’amore, nell’eccezione più pura. 

“Questa” dice il regista Andrea Ortis “E’ la storia di un uomo ed è la storia di tutti gli uomini”. L’opera Musical racconta le tre cantiche in due atti per un totale di due ore di spettacolo. Il Dante che il pubblico vedrà è un Dante nuovo, moderno che farà appassionare adulti e ragazzi raccontando una Divina Commedia frizzante quasi fantasy.

Prodotta dalla MIC, Musical International Company e con l’importante patrocinio della Società Dante Alighieri, dal suo debutto La Divina Commedia Opera Musical toccherà altre importanti città e sarà in Tour fino alla primavera 2018: Palapartenope di Napoli dall’8 all’11 Febbraio, al Teatro Ciak di Milano dall’8 all’11 Marzo e al Teatroteam di Bari dal 15 al 18 Marzo.

Oltre alle rappresentazioni serali in programma molte matinée per le scuole per far riscoprire agli studenti un Dante diverso, nuovo, moderno.

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Dante tra musica e proiezioni in 3D: la Divina Commedia Opera Musical arriva al Rossetti – TriestePrima

La Divina Commedia Opera Musical arriva al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Politeama Rossetti” con gli appuntamenti conclusivi del tour 2021-2022 nei settecento anni dalla morte di Dante. Le date in cartellone, 8 e 9 aprile 2022. Dopo le tappe di Tolentino, Torino, Reggio Calabria, Bologna, Milano, Firenze, Brescia, Roma, Genova e Padova, l’evento finale al Politeama Rossetti di Trieste con la forza e la bellezza di un bilancio meraviglioso.
Il più grande racconto dell’animo umano, della sua miseria e della sua potenza, tra vizi, peccati e virtù che non conoscono l’usura del tempo, è stato trasformato con eleganza e sapienza in uno spettacolo di voci, danze e tecnologia così straordinario da far guadagnare a La Divina Commedia Opera Musical la Medaglia d’oro dalla Società Dante Alighieri, il titolo per ben due volte di Miglior Musical al Premio Persefone edizione 2019 e edizione 2020, e la partecipazione istituzionale nel 2021 con il riconoscimento del Senato della Repubblica, il patrocinio del Ministero della Cultura, oltre al sempre costante patrocinio morale della Società Dante Alighieri all’intero tour. Successo, riconoscimenti e presenze di grandissima valenza.
Per la regia di Andrea Ortis, che assieme a Gianmario Pagano ha curato anche i testi, con le musiche composte da Marco Frisina, interpreti eccezionali danno vita ai personaggi più emblematici, unici ed eterni del poema dantesco: Antonello Angiolillo (Dante), Andrea Ortis (Virgilio), Myriam Somma (Beatrice), Noemi Smorra (Francesca, Matelda), Angelo Minoli (Ulisse, Guido Guinizzelli), Mariacarmen Iafigliola (Pia dei Tolomei, La donna), Antonio Melissa (Caronte, Ugolino, San Bernardo), e Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne e Arnaut). Il corpo di ballo acrobatico, guidato dal capoballetto Mariacaterina Mambretti, è come un’onda che avvolge il racconto. Tutt’attorno, una realtà aumentata dà al passato la sostanza del presente.
Inferno, Purgatorio e Paradiso: proiezioni immersive in 3D inondano il pubblico e lo immergono nell’immensità sublime che solo il padre della lingua italiana ha saputo creare nelle tre cantiche.L’edizione 2021-2022 è stata arricchita di numerose novità a completamento di testi innovativi e quadri scenici realizzati e pensati dal regista e dal team creativo per rendere l’opera musical un moderno kolossal teatrale. Vi aspettano nuovi effetti tecnologci di luci e proiezioni e live session di percussioni per un massimo coinvolgimento del pubblico in sala.
 Il tour 2021-‘22 de La Divina Commedia Opera Musical si avvale del prestigioso sostegno degli sponsor TIM, BNL, Poste italiane e numerosi altri, di Radio Italia radio ufficiale, e del vettore ufficiale Trenitalia. Prodotto da MIC Musical International Company, l’acclamato kolossal, che già nelle passate stagioni ha incantato tantissimi palcoscenici italiani con ripetuti sold out

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(Ri)cominciare Tutto Daccapo sulle note di Gabriella Martinelli – La Nouvelle Vague Magazine

Un invito ad alzarsi la mattina e affrontare il mondo in maniera positiva apprezzando se stessi e gli altri, abbandonando il superfluo.
Con queste parole Gabriella Martinelli, cantante e polistrumentista romana vincitrice di Area Sanremo 2019 e in gara con Lula al 70° Festival della Canzone Italiana con la canzone “Il gigante d’acciaio” nella categoria Nuove Proposte, descrive la sua ultima opera “Tutto Daccapo”, disco composto da nove tracce caratterizzate da molteplici fonti di “contaminazione”, come le collaborazioni con Erica Mou nella traccia “Un’altra carezza” e l’incontro con Erriquez della Bandabardò con cui ha scritto “Si può essere felici”, che sono andate ad influenzare ed arricchire il prodotto finale.
Con una carriera e un talento che l’hanno portata a vincere anche importanti premi legati alla canzone Italiana, fra cui Musicultura, Premio Bindi, Targa Bigi Barbieri, Premio L’Artista che non c’era, Gabriella Martinelli ha sicuramente saputo cominciare molto bene il 2022. Per questo siamo onorati di aver avuto l’occasione di intervistarla.
1) All’alba di un nuovo anno, capita quasi a tutti di ripensare al proprio passato e valutare le proprie azioni e ciò che è stato fatto. Capita anche a te? E se sì, come valuti il tuo 2021 appena passato?
Alla fine di ogni anno devo potermi dire di aver messo su un altro mattoncino e piano piano costruisco la mia casa.
Il 2021, nonostante le sue difficoltà, mi ha dato l’opportunità di realizzare e pubblicare il mio nuovo disco, “Tutto Daccapo”. È stato un anno di grandi cambiamenti, ho trascorso lunghe giornate in studio e ho cercato di sfruttare al meglio il tempo alimentando la mia creatività. Non è stato sempre semplice ma sono contenta di quello che è venuto fuori.
2) A proposito del 2021, mi permetterei di dire che in pochi lo hanno salutato bene come te, ovvero rilasciando il tuo nuovo album “Tutto Daccapo”. Cosa puoi dirci su come è nata questa tua ultima opera e quali sono stati gli elementi principali che ti hanno ispirata?
“Tutto Daccapo” è figlio del primo lockdown che credo abbia lasciato un po’ a tutti una grande voglia di riscatto. Non potendo viaggiare e rubare storie dagli occhi della gente, ho dovuto trovare un modo diverso di raccontare storie. E così, con grande onestà, ho deciso di partire da me stessa raccontando la realtà, la quotidianità, l’incertezza e la paura di cadere. “Tutto Daccapo” è un invito ad alzarsi la mattina e affrontare il mondo in maniera positiva apprezzando se stessi e gli altri, abbandonando il superfluo. Mi sono divertita a sperimentare il più possibile anche nella ricerca del sound, contaminando il disco di influenze diverse.
3) A prescindere dal tema trattato, ogni tuo brano sembra sprizzare continuamente una potente energia. Sei così anche nella vita di tutti i giorni? E se sì, quale è il segreto per mantenere sempre il tuo entusiasmo?
Mi piace rischiare e sono alla continua ricerca del nuovo. Questo mi aiuta a guardare la vita sempre con grande entusiasmo. Sono abituata a guardare il bicchiere mezzo pieno e quando è troppo vuoto cerco di inventarmi qualcosa per riempirlo.
Era fondamentale per me che arrivasse una grande energia da questo disco, perché spinto dall’urgenza di guardare al futuro con prospettive e speranza.
4) Una cosa che forse non tutti conoscono è la tua passione per la pittura. Secondo te è questa passione influenza il tuo stile musicale e la tua vita o il contrario? E come ti trovi nel gestire questa “contaminazione”?
Vivo la pittura come un’estensione musicale che spesso mi aiuta anche nel processo creativo delle canzoni.
La musica è fatta di colori che si incontrano su una stessa tela, esattamente come un dipinto o se vuoi come il resto della vita.
Quando dipingo non so mai dove potrei andare a finire. Potrei dipingere per ore, impiegare giornate intere, tornare più volte sullo stesso quadro, sino a quando non riesco a percepirne l’anima. Ha tutto a che fare con la mia necessità di rinascere di continuo di fronte alle cose che vedo.
La pittura non è l’unica forma d’arte che mi affascina e che convive con la musica. C’è anche la moda come proiezione delle mie performance. Da poco ho intrapreso una collaborazione con una stilista Fiorentina, Veronica Di Pietrantonio, che ha realizzato su di me delle stupende gorgiere che si rifanno all’età Elisabettiana. Sono dei grandi colli (dal francese ‘gorge’ che sta per gola) riadattati in chiave moderna e originale.
5) L’inizio della tua carriera, con i viaggi in Europa da busker, sarebbe degna di un film e penso che in molti artisti in erba non ci penserebbero due volte prima di imitarti. Secondo te, se non ci fosse la pandemia a limitare gli spostamenti, sarebbe ancora possibile intraprendere un cammino simile al tuo o i tempi sono troppo diversi?
Auguro ad ogni artista di fare almeno una volta nella vita un’esperienza da busker, un modo straordinario per entrare a contatto con storie che rimangono sulla pelle per sempre. 
Questa pandemia ci sta rendendo tutti un po’ più distanti e anche viaggiare non è così semplice come qualche anno fa. I tempi sono decisamente diversi, spero si possa tornare a perderci nel mondo molto presto.
6) Per concludere, quali piani hai per il 2022 e quali sono le tue speranze per il nuovo anno?
Mi auguro di suonare e portare in giro questo disco il più possibile, partirà un tour in Primavera. Intanto mi dedico alla promozione del disco e alla pittura, con qualche altro progetto in cantiere di cui spero di potervi parlare presto.




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“Applausi per voi”, al Vaccaj tre mesi di spettacoli per tornare a vivere il teatro – Cronache Maceratesi

 
La conferenza di presentazione
 
Applausi per gli artisti e tutti i lavoratori dello spettacolo che dopo uno stop forzato a causa della pandemia finalmente possono tornare sul palcoscenico e dietro le quinte, applausi per gli spettatori, che anche in questi lunghi mesi si sono dimostrati affezionati ed attenti al valore della cultura teatrale. “Applausi per voi” è il messaggio che guida la programmazione tra ottobre e dicembre 2021 del teatro Vaccaj di Tolentino e abbraccia 16 appuntamenti – tra teatro musicale, prosa, concerti, teatro per ragazzi e caffè letterari – per tornare a vivere insieme il teatro.
Dimmi Addio Domenica
Si parte con la rassegna Platea delle Marche – Scena d’Autunno organizzata da Amat, che porta sul palcoscenico del Vaccaj tre appuntamenti prestigiosi. L’apertura è affidata a Compagnia della Rancia che, dopo un’anteprima estiva, porta in Italia il debutto nazionale di un titolo di Andrew Lloyd Webber, il re del musical internazionale autore di Cats, Il fantasma dell’opera, Evita e Jesus Christ Superstar: si tratta di Dimmi addio domenica, l’adattamento italiano – su licenza di The Really Useful Group – di Tell Me On a Sunday, composto nel 1979 da Webber, con le liriche di Don Black, in scena il 15, 16 e 17 ottobre. Un atto unico per una sola attrice/cantante (Elisabetta Tulli, performer e autrice raffinata, artista a tutto tondo sensibile e poliedrica che ha trovato nel musical – Mamma Mia!, Sister Act, Billy Elliot e molti altri – la sua forma espressiva), che trasforma il palcoscenico in un caleidoscopio di relazioni e di emozioni, dando corpo e voce ad alcuni tra i brani più belli del repertorio del teatro musicale, accompagnata in scena dalla pianista Eleonora Beddini. Dimmi addio domenica vede la traduzione e le liriche italiane di Franco Travaglio, unico traduttore di Webber in Italia, la direzione musicale di Andrea Calandrini e la regia di Mauro Simone, che torna con orgoglio ed emozione al Vaccaj, tappa fondamentale del suo percorso umano, artistico e professionale con Compagnia della Rancia. Si prosegue quindi, sempre nel segno del teatro musicale, all’inizio di novembre (da giovedì 4 a sabato 6) con l’esclusiva regionale de La Divina Commedia Opera Musical. Tolentino e il Teatro Vaccaj, che ospiteranno anche la residenza di riallestimento dello spettacolo, saranno il primo appuntamento del nuovo tour 2021-2022 nei settecento anni dalla morte di Dante. Prodotto da Mic Musical International Company, l’acclamato kolossal – che nelle passate stagioni ha incantato tantissimi palcoscenici italiani con ripetuti sold out – si rianima di nuova potenza e straordinaria bellezza grazie al più grande racconto dell’animo umano, della sua miseria e della sua potenza, tra vizi, peccati e virtù. Per la regia di Andrea Ortis, che assieme a Gianmario Pagano ha curato anche i testi, con le musiche composte da Marco Frisina, artisti eccezionali danno vita ai personaggi più emblematici del poema dantesco (sarà Antonello Angiolillo a interpretare Dante) in questo viaggio teatrale, dove la tecnologia è elemento essenziale di sostegno alla narrazione; tutti gli spettatori possono ammirare, comprendendola appieno, la grandezza del Sommo Poeta in uno spettacolo con più di 200 costumi, 70 scenari ad elevata tecnologia in continuo mutamento e linguaggi che sanno parlare anche alle nuove generazioni. Mic Musical International Company ha inoltre dimostrato una profonda attenzione al territorio di Tolentino programmando anche una replica dedicata agli istituti superiori in orario scolastico.
Divina Commedia Opera Musical
Questi primi due appuntamenti si articoleranno in tre giorni, con un grande sforzo da parte delle produzioni, per consentire ad abbonati e nuovi spettatori di poter assistere agli spettacoli in attesa di aggiornamenti da parte del Governo sulle capienze consentite per gli spettacoli dal vivo. La speranza di tornare presto a maggiori capienze nei teatri ripaga dei lunghissimi mesi senza pubblico e senza palcoscenico: le difficoltà sono state moltissime ma non hanno mai minato l’energia e la voglia di guardare avanti. I tanti anni passati lontano dal Vaccaj per la ricostruzione dopo l’incendio e la gioia nel vederlo poi rinascere nel 2018 sono il simbolo di come ogni giorno passato a farlo vivere sia unico e prezioso. Per questa ripartenza, Compagnia della Rancia e Mic Musical International Company hanno triplicato l’impegno e programmato tre rappresentazioni nonostante le limitazioni che oggi ancora permangono. Il 2 dicembre sarà quindi la volta dello spettacolo Panico ma rosa (dal diario di un non intubabile), scritto, diretto e interpretato da Alessandro Benvenuti, attore, drammaturgo, regista, tra i volti più conosciuti della comicità toscana. L’attore, privato del suo naturale habitat – il palcoscenico – durante il lockdown, decide di uscire dalla sua proverbiale ritrosia e raccontarsi per la prima volta pubblicamente e con disarmante sincerità come persona. Ecco, quindi, che 59 pagine di diario prendono vita e si trasformano in un viaggio fantastico, in cui il comico per non impazzire in isolamento mescola con il suo proverbiale humor sogni e bisogni, ricordi e crudeltà, in un’evoluzione di battute e poetica catastrofica. Anche la musica sarà protagonista sul palco del Vaccaj nel periodo delle festività; si inizia il 3 dicembre con Gran Concerto Aspettando il Natale con l’Orchestra di Fiati Insieme per gli Altri diretta dal Maestro Andrea Mennichelli. Si prosegue sabato 18 dicembre con il Coro Polifonico di Tolentino, che, in occasione del 40° anno dalla sua fondazione, dopo I Carmina Burana di Carl Orff presentati lo scorso luglio alle Terme di S. Lucia, per il palco del Vaccaj ha scelto un esempio di musica popolare ormai noto in tutto il mondo: La Misa Criolla di Ariel Ramirez. Oltre alle voci dei Solisti, al Coro e agli strumenti tipici del folklore sudamericano, lo spettacolo sarà arricchito da un momento di danza con costumi e luci che renderà la serata coinvolgente, originale ed emozionante. Il 20 dicembre, con il Natale alle porte, arriva per la prima volta al Teatro Vaccaj Mat Musica a Teatro. Il pianista argentino Nelson Goerner, uno dei più brillanti solisti della sua generazione e le sue esecuzioni di Chopin e Debussy considerate praticamente inarrivabili, affiancato dall’Orchestra Filarmonica Marchigiana, sarà chiamato ad interpretare il Primo Concerto per pianoforte e orchestra op. 21 di J. Brahms. Il 6 gennaio sarà la volta della Musicamdo Jazz Orchestra, la big band marchigiana composta da 22 musicisti, diretta dal Maestro Luca Pecchia, coadiuvata dalla magnifica voce di Alessandra Doria, presenta Swingin’ Christmas, uno spettacolo di grande coinvolgimento ed energia, con le più belle e conosciute canzoni natalizie a tutto swing! Come da tradizione, non può mancare un’anticipazione della rassegna A teatro con mamma e papà, promossa da RanciaVerdeBlu, che ospiterà domenica 12 dicembre la Compagnia Teatro Verde di Roma con Il Gatto con gli Stivali, la favola delle apparenze raccontata da due improbabili facchini. Si tratta solo un’anticipazione, perché il teatro per bambini e famiglie e per le scuole tornerà in scena nei primi mesi del 2022 con tanti progetti creativi, appassionanti ed emozionanti. Il calendario si completa con gli incontri del Caffè letterario, un format a cura dell’Associazione Zagreus, reduce dal grande successo del Festival “Ermetica”, per quattro venerdì (22 ottobre, 12 e 19 novembre, 10 dicembre) alle 18.30 nel foyer del Teatro Vaccaj. Tutte le informazioni per prenotazione, acquisto biglietti e modalità di accesso sono disponibili sul sito www.teatrovaccaj.it; si ricorda agli spettatori che l’accesso in teatro è consentito solo in possesso di Green Pass.
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